Myricae riassunto dell'opera Giovanni Pascoli

Myricae è l'opera più importante di Giovanni Pascoli e raffigura un tributo al padre, defunto in tenera età dell'autore. Il significato profondo dei nomi dei componimenti è essenziale per capire le poesie contenute, quindi partiamo proprio da questo.

Myricae deriva dal latino e fa riferimento ad un verso di Virgilio " Non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici ". Pascoli si sofferma proprio sulla parola " tamerici ", che erano degli arbusti molto bassi, inneggivano all'umiltà, tema molto presente nelle sue opere. La redazione di quest'opera inizia nel 1890, quando l'autore pubblica su " Vita Nuova " 8 liriche, che poi verranno introdotte nell'opera. Ci fu una seconda edizione nel 1892 con 50 componimenti e la definitiva nel 1903 che contava ben 156 liriche, ampliate e migliorate. 

Di cosa parla?
Nella prefazione ricorda l'assassinio di suo padre, dedicando a lui la raccolta. Myricae possiamo definirlo come un diario personale dell'autore, dove " ripesca " le sue esperienze infantili e l'incessante pensiero della perdita dei suoi famigliari. Il paesaggio ricorrete è quello della campagna, luogo a lui molto caro, proprio per questo riesce a dare un'impronta veritiera e precisa di tutti i suoni e dell'umiltà della vita contadina. Egli vuole mettere in risalto la vita contadina e lo stato d'animo di chi lavora nei campi.



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