Lo stile dei Vociani

Abbiamo visto in questo post chi sono i Vociani, ora è arrivato il momento di scoprire il loro stile. Gli scrittori che parteciparono a " La Voce " erano: prosatori, critici e poeti e dettero il loro contributo alla rivista.

Era ben accetto il pensiero personale in questo stile, descrivere quello che pensava l'autore, assumendo l'immagine di una confessione in prima persona.  Possiamo nominare il capolavoro di Renato Serra, intitolato " Esame di coscienza di un letterato ", dove viene ripostato un vero e proprio saggio autobiografico. Proprio lui spingerà all'intervento dei poeti nella vita di ogni giorno e segnalerà come elemento negativo il loro distacco dalla vita comune. Soprattuto nel periodo di De Robertis ci fu il periodo dei " frammenti ", Nel quale si caraterrizza la frase secca ed essenziale (espressionismo stilistico). Questo tipo di stile richiama quello di Rimbaud e le ricerche dannunziane, oltre a quelle di Benedetto di Croce.  Oltre a questa piccola parentesi, possiamo valutare le caratteristiche comuni dei vociani. Alla voce "passano" moltissimi scrittori, che credono che quello sia solo un periodo di passaggio verso la carriera futura, ma non fu per tutti così. Possiamo quindi trarre le conclusioni del loro stile:

1. Il rifiuto del tono alto (stile opposto a D'Annunzio e Carducci)
2. Tensione morale
3. Verso lungo
4. Ritraevano temi quotidiani Ecco le date degli incontri di Marzo. 

Queste regole si ritrovano in Sbarbaro e Rebora. Il primo sottolinea il tema della fragilità dell'esistenza, che rappresenta con un linguaggio molto semplice (utilizza il primo punto). Rebora invece, fu un anticipatore dell'Ermetismo, grazie alla sua tensione morale, trattazione di temi comuni con la banalità e il linguaggio teso.

Questo è un quadro generale del loro stile.

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